sabato 1 febbraio 2014

Reazione composta e garbate critiche al mio articolo sul disastroso esordio della nazionale agli europei. Unico neo la reazione offensiva di Seco Zanetti che da ragione a chi sostiene che è più facile essere campione in campo che campione nella vita!

L’articolo da me pubblicato sul blog www.geppinobalzano.blogspot.it e riportato su fb dopo poche ore dalla sconfitta della nazionale italiana di calcio a 5 all’esordio nel Campionato Europeo in svolgimento ad Anversa (Italia vs Slovenia 2-3), ha innescato una serie di commenti e qualche polemica. I commenti, sono sati quasi tutti espressi con la massima educazione e con l’uso di termini
estremamente garbati mai tendenti all’offesa personale ma con grande determinazione nel dissentire (Sandrinho, Alè Bianchi, Antonio Campano, Vincenzo Portelli, Lorenzo Nitti e Ettore Stecchini). L’unico commento estremamente offensivo, corredato da una insulsa quanto gratuita volgarità è quello di Sandro Seco Zanetti………da non credersi! Un vero e proprio “CAFONE” al quale non darò spiegazioni! Il Pelato oriundo, oramai in pensione, dal caldo del suo Brasile mi lancia una serie di epiteti come: ridicolo, incompetenti, merda, testa di c...o e chi più ne ha…. più ne metta. Ero conscio che quanto da me scritto avrebbe innescato polemiche ormai stantie e i soliti giudizi di chi è contro o a favore del massiccio impiego degli oriundi attuato dalle società negli ultimi 18 anni. Ma le responsabilità non vanno addebitate solo alle società. Evidente è stata la complicità della Divisione, dei dirigenti e dei tecnici (CT) che pur di vincere fin da subito, scelsero, al contrario di quanto fatto da paesi come la Romania, la Rep. Ceca, Slovenia, Croazia, Ucraina, Iran, Giappone, Tailandia e altri, di utilizzare la scorciatoia degli oriundi brasiliani invece di puntare esclusivamente su giocatori nati e cresciuti sul territorio nazionale. Oggi ci accorgiamo che in questi paesi il fusal è molto cresciuto e in grado di assemblare nazionali competitive senza oriundi. Al contrario, il futsal italiano, anche a causa della crisi, ASSISTE inerme : alla scomparsa di club storici, famosi e vincenti come ad esempio il Montesilvano (iscritto in B) e la Marca, ad un campionato di serie A con solo nove squadre e la nazionale che perde con la Slovenia 2-3. La nazionale per otto quattordicesimi è composta da oriundi brasiliani e, tra l'altro, mostra  una grave incapacità a rinnovarsi perché in Italia il futsal giovanile latita e quel poco che si fa sembra trovare grosse difficoltà ad attecchire per cui non produce campioni da paragonare agli oriundi e dal Brasile è sempre più difficile importare bravi giocatori sia per i costi che per le difficoltà ad ottenere la nazionalità italiana e il transfer federale. A chi addossare la responsabilità di una tale situazione? Solo alla crisi che non ci permette di importare altri campioni dal Brasile? No!..è mio parere che se oggi la nazionale stenta a qualificarsi ai quarti di finale dell’europeo contro Slovenia e Azerbaigian le colpe vanno cercate nella stanza dei bottoni che ha sede a Roma in Via Po 24, per aver ceduto alle pressioni dei CT, Alessandro Nuccorini, prima e Roberto Menichelli dopo, e scelto 17/18 anni fa scusate se mi ripeto, l’uovo subito invece della gallina domani. Per tutto quanto è accaduto e ancora accade al futsal italiano, gli unici a non avere NESSUNA, dico NESSUNA responsabilità sono gli oriundi che frotte di tecnici e dirigenti delle squadre italiane, terminato il campionato, ancora oggi si recano in Brasile e fanno carte false (si fa per dire) per arraffare i migliori e traghettarli nel nostro "Bel Paese". Per i giocatori brasiliani scartati dal calcio maggiore, il futsal italiano è visto come una insperata fortuna in quanto si aprano orizzonti economici impensabili per la disciplina che ha successo e seguito solo in Brasile e in Spagna pur restando, anche li, una disciplina minore. Bene. Nessuno, NEMMENO IO ha mai censurato o criticato uno di questi ragazzi (alcuni in tenera età 14/15 anni) che, strappati alla famiglia, attraversano l’oceano, intravedendo la possibilità di capovolgere situazioni economiche familiari gravissime. Magari non tutti si sono mossi con i presupposti di cui sopra. Alcuni, già affermati in campo internazionale, sono arrivati dalla Spagna ma solo quando il loro percorso spagnolo si era esaurito. Nel 2003 a Caserta anch’io ho gioito per il titolo europeo conquistato dall’Italia in finale contro l’Ucraina. Ma non posso dimenticare che quella Italia fu definita dalla stampa spagnola BRASILE 2. Infatti il giorno dopo aver battuto in semifinale la Spagna per 1-0, il giornale MARCA usciva con un titolo in prima pagina e a caratteri cubitali che diceva esattamente così :<< Brasile 2 vs Spagna 1-0. Stetti male per quel titolo ma era mio convincimento che gli oriundi, come avvenuto qualche anno prima in Spagna, ci avrebbero aiutati nella crescita e nell’acquisizione di una nostra precisa identità (come la esprimiamo nel calcio a 11) che caratterizzasse l’intero movimento e il gioco delle rappresentative nazionali. Pensavo che dopo 5/6 anni da quel 2003 il numero degli oriundi sarebbe stato ridotto a 3 max 4  nella nazionale maggiore con lo scopo di ultimare l’opera continuando ad affiancare i nostri ragazzi per tutto il tempo necessario alla loro maturazione e a quella dell’intero movimento calcettistico italiano. Ma per fare ciò occorrevano normative precise che la Divisione ha invece osteggiato per non dover gestire un periodo, più o meno lungo, in cui i risultati della nazionale sarebbero stati sicuramente penalizzanti. Solo un paio di anni fa la Slovenia contro di noi beccava 8/10 palloni, oggi invece, ci ha superato in una gara degli europei. E’ tutto dire! Spero che agli amici brasiliani sia più chiaro il mio pensiero ed abbiano capito che non ho nulla contro di loro anzi li ringrazio per quello che hanno fatto.  Chi ha sbagliato sono quelli che potevano regolarizzare l’utilizzo degli oriundi con il solo scopo di favorire la crescita di giocatori italiani. All’amico Falcetta Sandrinho voglio dire che i tre scudetti vinti in Italia sono irrilevanti rispetto al titolo mondiale vinto nel ’97 e che scudetti o no lui è stato il più grande dei giocatori oriundi brasiliani arrivati in italia. Oggi però Sandrinho vive in Brasile e sarebbe opportuno che si chiedesse a cosa è servito il contributo dato al futsal italiano. I benefici della sua permanenza in Italia li ha avuti lui e le società per cui ha giocato, ma guardandosi in dietro non riesce a vedere altro che un movimento agonizzante ed una nazionale difficile da rinnovare e destinata sempre più ad occupare posti in retrovia. Dai giocatori italiani presenti in nazionale vorrei maggior carattere e che si convincessero che per stato di forma e capacità tecnico tattiche non sono inferiori a nessuno in questa nazionale. Dalla loro prestazione (sono convinto che contro l’Arzebaigian avranno tutti un maggior minutaggio) dipenderà il risultato che potrebbe portarci al primo posto nel girone. Forza ragazzi!!

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