martedì 25 settembre 2012

Per fare l'allenatore delle nazionali di calcio a 5 il principale requisito è l'essere nato a Roma o giù di li!

Nuccorini, Minicucci, Menichelli, Manno (Collab. Tecnico), Ceteroni (prep. dei portieri) Venditti (ex prep. dei portieri U21), Albani (CT U21) Stoppa e Budoni (Collab. Tecnici U21) : per anni mi sono chiesto come mai gli allenatori delle varie nazionali sono sempre e solo romani, finanche il commentatore televisivo (Ronconi) che affianca il telecronista durante le riprese delle gare di calcio a 5 è romano. Eppure negli ultimi 10 anni il meglio del calcio a 5 italico ha trovato casa lontano
anzi, lontanissimo dalla Capitale. Ma gli altri non esistono?Sia chiaro che in questo interrogativo non c'è nulla di personale contro le persone sopra citate ma ho solo qualche dubbio che essi siano in assoluto i più bravi e più meritevoli . E' mai possibile che in quasi vent'anni non ci sia stato un allenatore di calcio a 5, non residente nel Lazio e con un trascorso vissuto e realizzato in un'altra regione d'Italia meritevole di fare il Ct di una delle nazionali? La cosa non si spiega facilmente e volendo fare della semplice e poco costruttiva retorica, potremmo dire che in Divisione regna la "mafia romana"  perchè gli staff ( medici, fisioterapisti, responsabili dei materiali ecc.) sono composti da persone di Roma o che risiedono a Roma. Più equa è la distribuzione delle cariche federali dove sono presenti persone con residenza fuori dal Lazio come Crapulli (consigliere) e Salviati (membro assembleare figc), ma ce ne sono altri. Per quel che riguarda l'amico Salviati devo dire che mi fa rabbia quando grida ai quattro eventi la sua grande soddisfazione se un giocatore campano viene convocato per un semplice stage della nazionale. Mi direte che Massimo De Luca ha partecipato gli ultimi europei, si è vero! Ma quanto ha giocato e quante volte è andato in tribuna? Per l'occasione, qualcuno si è dovuto dare un pizzico sulla pancia, il calciatore napoletano aveva dalla sua una grande società e sappiamo bene come vanno certe cose quando alle spalle hai qualcuno che ha il potere di determinare anche le convocazioni della nazionale. Gigliofiorito, Melise e altri hanno avuto, a suo tempo, il contentino della convocazione ma quando si è trattato di fare la lista di quelli che partivano per gli europei o per il mondiale, sono stati, sistematicamente, fatti fuori. All''assurdo si arriva quando si scarta l'idea di convocare Antonio Campano. E' vecchio? Non è sufficientemente bravo? Ha un cattivo carattere? Non sa esprimersi in  Italiano e parla solo il napoletano? Non c'è modo di sapere il perchè  della sua eterna esclusione. Eppure è mia opinione che questi ragazzi, ma come loro tanti altri, avrebbero potuto dare alla nazionale un grandissimo contributo soprattutoo nella fase della tanto decantata ristrutturazione del calcio a 5 italiano da tempo annunciata ma mai veramente attuata. La verità è che il palazzo, dopo la penosa brutta figura fatta al mondiale di Rio, quando la fifa si accorse che i 14 convocati della nazionale italiana erano tutti nati in Brasile come anche buona parte della rosa dell'under 21, ha fatto solo finta di aprire la nazionale ai nati in Italia. Qualcosa si è fatto per quel che riguarda l'under 21 ma la selezione maggiore si fonda ancora sui brasiliani che danno, in giro per il mondo, una falsa immagine del calcio a 5 italiano e un valore tecnico che non gli appartiene visto che in 18 anni, per affrettare l'affermazione della nostra amata disciplina, si è scelta la strada più facile, quella cioè d'importare calcettisti dal Brasile invece di formare con la necessaria organizzazione, gli eredi di calciatori bravissimi come i fratelli Roma, Caleca, Famà, Fradella, Rubei e tanti altri che nei confronti con la Spagna e il Brasile non vincevano ma non sfiguravano. Ditemi se sbaglio!











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