mercoledì 19 settembre 2012

Tre considerazioni in merito alla prima delle due gare amichevoli giocate dalla nazionale di Roberto Menichelli a Genzano contro la Serbia

La prima delle  due  amichevoli con la Serbia giocata al  Palacesaroni  di  Genzano  e  vinta  per 2-1 dalla nazionale  di  Roberto  Menichelli,  mi  ha  suggerito queste  tre considerazioni che  non hanno la pretesa di essere condivise ne quella di essere le uniche che caratterizzano  in  negativo  l'intero  movimento calcettistico  italiano. La  prima   è   quella  relativa all'esatta  previsione  da   me   fatta qualche  mese  fa  in  risposta   (su   Facebook )  all'eccessivo entusiasmo  di Stefano Salviati  alla notizia  della  riconvocazione di Massimo De Luca nella nazionale maggiore.
Le altre due trattano  l'atavico argomento della nazionale dei nati all'estero fondando la discussione sui giocatori Serbi tutti nati in Serbia. 

1. Massimo De Luca:
Uscito dal giro delle due maggiori compagini italiane (Luparense e Marca), come avevo previsto rispondendo all'amico Salviati, l'ottimo Massimo De Luca è fuori anche dalla nazionale, mentre Campano, miglior uomo gol nato in Italia di tutto il panorama calcettistico nostrano, si insiste nell’ ignorarlo. Probabilmente chi nasce a Napoli è considerato straniero.

2. La nazionale italiana è ancora imperniata su giocatori nati in Brasile:
 La Serbia come altre nazionali europee i cui roster sono rigorosamente autoctoni, (Croazia, Slovenia, Rep. Ceca, Ucraina e altre)  ha ceduto (2-1) con un sol gol di scarto, dimostrando di essere all'altezza dell'Italia che continua a presentare una nazionale farcita di calciatori nati e formatesi prevalentemente in Brasile. Ciò significa che inequivocabilmente in questi paesi si è lavorato meglio che da noi in Italia. Se alla Serbia di ieri sera avessimo dovuto  opporre una nazionale azzurra di tutti nati in Italia, viene naturale chiedersi in che misura (con quanti gol sul groppone) avremmo perso. Si potrebbe dire che la Serbia e le altre nazionali citate non hanno ancora vinto niente e a tal proposito è giusto ricordare che l'Italia ha vinto solo un Europeo disputato tra le mura amiche (Caserta - Aversa) e con un roster composto da  12 nati in Brasile e solo 4 nati in Italia : 1 Gianfranco Angelini (ITA) · 2 Fernando Grana (BRA) · 3 Daverson Franzoi (BRA) · 4 Carlos Alberto Mantovaneli (BRA)· 5 Salvatore Zaffiro (ITA)· 6 Edgar Bertoni (BRA)· 7 Vinícius Bacaro (BRA)· 8 André Maurício Vicentini (BRA)· 9 Luca Ippoliti (ITA)· 10 Adriano Foglia (BRA)· 11 Eduardo Morgado (BRA)· 12 Marco Ripesi (ITA)· 13 Rodrigo Bertoni (BRA)· 14 Marcio Moratelli (BRA)· .

3. Nessuna collaborazione con il calcio a 11
Non è sbagliato supporre che nelle nazioni sopra citate si sia sviluppata una notevole sinergia tra calcio a 11 e calcio a 5 che ha dato vita ad un senso di collaborazione che noi  ignoriamo. La responsabilità dei cattivi rapporti tra noi e quelli del calcio a 11 e la mancanza di una fattiva collaborazione sono da addebitare al “Gran Palazzo della FIGC” che  ha sempre avversato lo sviluppo della nostra disciplina temendo che potesse danneggiare quello del calcio maggiore intorno al quale girano interessi miliardari.
Continuando così  non credo che sia possibile immaginare per il calcio a 5 italiano un futuro migliore del presente. L’Italia rimarrà ancora per qualche decennio il paradiso dei calcettisti sud-americani  che rincorrono rimborsi (veri e propri stipendi) favolosi esentasse (Tasse evase).

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