La prima delle due amichevoli con la Serbia giocata al Palacesaroni di Genzano e vinta per 2-1 dalla nazionale di Roberto Menichelli, mi ha suggerito queste tre considerazioni che non hanno la pretesa di essere condivise ne quella di essere le uniche che caratterizzano in negativo l'intero movimento calcettistico italiano. La prima è quella relativa all'esatta previsione da me fatta qualche mese fa in risposta (su Facebook ) all'eccessivo entusiasmo di Stefano Salviati alla notizia della riconvocazione di Massimo De Luca nella nazionale maggiore.
1. Massimo De Luca:
Uscito dal giro delle due maggiori compagini italiane (Luparense e Marca), come
avevo previsto rispondendo all'amico Salviati, l'ottimo Massimo De Luca è fuori
anche dalla nazionale, mentre Campano, miglior uomo gol nato in Italia di
tutto il panorama calcettistico nostrano, si insiste nell’ ignorarlo.
Probabilmente chi nasce a Napoli è considerato straniero.
2. La nazionale italiana è ancora imperniata su giocatori nati in Brasile:
La Serbia come altre nazionali europee i cui roster sono rigorosamente
autoctoni, (Croazia, Slovenia, Rep. Ceca, Ucraina e altre) ha ceduto (2-1) con un sol gol di scarto,
dimostrando di essere all'altezza dell'Italia che continua a presentare una
nazionale farcita di calciatori nati e formatesi prevalentemente in Brasile.
Ciò significa che inequivocabilmente in questi paesi si è lavorato meglio che
da noi in Italia. Se alla Serbia di ieri sera avessimo dovuto opporre una nazionale azzurra di tutti nati
in Italia, viene naturale chiedersi in che misura (con quanti gol sul groppone)
avremmo perso. Si potrebbe dire che la Serbia e le altre nazionali citate non
hanno ancora vinto niente e a tal proposito è giusto ricordare che l'Italia ha
vinto solo un Europeo disputato tra le mura amiche (Caserta - Aversa) e con un
roster composto da 12 nati in Brasile e
solo 4 nati in Italia : 1 Gianfranco Angelini (ITA) · 2 Fernando Grana (BRA) ·
3 Daverson Franzoi (BRA) · 4 Carlos Alberto Mantovaneli (BRA)· 5 Salvatore
Zaffiro (ITA)· 6 Edgar Bertoni (BRA)· 7 Vinícius Bacaro (BRA)· 8 André Maurício
Vicentini (BRA)· 9 Luca Ippoliti (ITA)· 10 Adriano Foglia (BRA)· 11 Eduardo
Morgado (BRA)· 12 Marco Ripesi (ITA)· 13 Rodrigo Bertoni (BRA)· 14 Marcio
Moratelli (BRA)· .
3. Nessuna collaborazione con il calcio a 11
Non è sbagliato supporre
che nelle nazioni sopra citate si sia sviluppata una notevole sinergia tra
calcio a 11 e calcio a 5 che ha dato vita ad un senso di collaborazione che
noi ignoriamo. La responsabilità dei
cattivi rapporti tra noi e quelli del calcio a 11 e la mancanza di una fattiva
collaborazione sono da addebitare al “Gran Palazzo della FIGC” che ha sempre avversato lo sviluppo della nostra
disciplina temendo che potesse danneggiare quello del calcio maggiore intorno
al quale girano interessi miliardari.
Continuando così non credo che sia possibile immaginare per il
calcio a 5 italiano un futuro migliore del presente. L’Italia rimarrà ancora
per qualche decennio il paradiso dei calcettisti sud-americani che rincorrono rimborsi (veri e propri
stipendi) favolosi esentasse (Tasse evase).
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