giovedì 19 luglio 2012

Rossella Urru torna a casa, finalmente!! Ma che fine hanno fatto i Marò Massimiliano La Torre e Salvatore Girone ancora prigionieri in India?


La notizia della liberazione di Rossella Urru, la cooperante di Samugheo rapita lo scorso ottobre in Algeria da alcuni militanti di Al Qaeda, mi riempie di gioia ma il pensiero vola subito ai due Marò italiani Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, prigionieri in India dallo scorso Febbraio e la gioia per il ritorno a casa di Rossella, lascia fulmineamente il posto alla rabbia più nera per  l’incapacità del governo italiano, con il suo costosissimo apparato diplomatico, a strappare i due militare dalle grinfie di una giustizia
rancorosa e vogliosa di dimostrare che l’India non è più un paese del terzo mondo di qualche decennio fa con scarsissimo peso politico in campo internazionale e, per forza di cose, dipendente dalle potenti nazioni occidentali. A questo punto mi chiedo :<< l’India sarà pure un paese emergente ma l’Italia è o no ancora la quinta potenza industriale del mondo? Siamo o no presenti in tutte le missioni di pace dell’ONU con grave aggravio per le casse dello stato?  Come è possibile allora che la nostra diplomazia non riesce a riportare in patria i due marinai italiani?>>  Voi che dite, non vi fa rabbia il comportamento del governo indiano e della sua giustizia che proprio oggi ha nuovamente rinviato l’esame del ricorso sulla giurisdizione da applicare al caso dei due marò. La Corte Suprema indiana si aggiornerà quindi l’8 agosto. L’udienza di questa mattina si è consumata invece nello spazio di pochi minuti presso gli uffici di New Delhi. Il giudice ha chiesto alle parti in causa di presentare le eventuali osservazioni sulla questione in merito alla legittimità dell’arresto di Latorre e Girone e ha aggiornato il caso. Si tira dunque ad allungare i tempi. L'avvocato dello Stato di Kerale, nota femminista e esperta di diritti umani, ha sollevato numerose eccezioni e considerato illegittimo l'accordo  Italia-famiglie. Roma si sente presa in giro e sembra avere dimenticato i due soldati. Indira Jaisingh, questo è il nome dell’avvocato dello stato del Kerale, ha sollevato la questione dell’assenza delle famiglie dei due pescatori uccisi tra le parti da convocare. Ha spiegato alla Corte che l’accordo raggiunto con il governo italiano è da considerarsi illegittimo, chiedendo al giudice di inviare una comunicazione di convocazione anche ai familiari delle due vittime. La richiesta ha creato tensioni in aula, soprattutto tra la Jaisingh e l’avvocato di Latorre e Girone,Harish Salve, che ha apertamente denunciato la volontà della collega di ricorrere a «questioni fumose e per nulla rilevanti nell’economia del dibattimento. Tutto questo è molto triste – ha dichiarato ai cronisti locali – c’è davvero qualcuno intenzionato a costruire castelli di carta giocando con la vita e l’onorabilità delle persone».
Alla fine comunque la Corte suprema ha respinto le richieste del pool di avvocati dei pescatori. Il legale degli italiani a quel punto ha invitato i giudici ad accorpare eventuali petizioni in modo da discuterle il prossimo 26 luglio e non oltre. Si tratta di petizioni che non possono essere applicate dalla legge indiana. In poche parole siamo ancora fermi all’incidente avvenuto il 15 febbraio in acque internazionali al largo dello stato del Kerala, a bordo di una petroliera battente bandiera italiana. Davvero pochi i passi avanti, se non quelli dei legali dei pescatori, sostenuti dal governo indiano, che si arrampicano sugli specchi pur di mantenere in una sorta di limbo i due soldati italiani prendendosi così gioco del governo italiano che è il grande assente in tutta questa storia.

Fonte e foto: “Il Vostro Quotidiano”

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