giovedì 23 maggio 2013

Nel campionato di serie A non diminuisce il numero dei giocatori nati all'estero. Le semifinaliste dei play-off scudetto hanno schierato un sol giocatore nato in Italia!

Ho letto su FB un post del mio amico Corsino che evidenzia a malincuore il fatto che le squadre impegnate nelle semifinali dei playoff scudetto di serie A, hanno schierato in toto un sol giocatore nato in Italia. Il buon Nino ci invita a non deprecare tecnici e dirigenti federali quando schierano una nazionale con soli 5 nati in Italia di cui tre sono portieri.
La colpa non va addebitata a loro ma alle società che vogliono vincere ad ogni costo fregandosene del mancato sviluppo della disciplina che potrà avvenire, in parte, attraverso la nascita e la cura dei settori giovanili.   E’ vero spesso abbiamo criticato questa abitudine ed il sottoscritto non si è mai tirato indietro affermando che se una nazionale con soli nati in Italia sarebbe la 15ma. al mondo daremmo una più sincera misura del calcio a 5 nostrano. Due, tre oriundi, più o meno li hanno tutte le nazioni che vanno per la maggiore, ma nove o dieci nascondono lo stato del’arte fallimentare del nostro futsal. Questo è sempre stato il mio parere!


Il mancato sviluppo del calcio a 5 italiano e l’assenza di giocatori nati in Italia nei maggiori due campionati (A e A2) non è da ascrivere solo alla mancanza dei settori giovanili. Le principali ragioni affondono le loro radici in situazioni che nulla hanno a che vedere con le ridotte attività giovanili della maggioranza delle società. Personalmente sono arrivato a questa conclusione: Nonostante il Brasile sia considerato un paese emergente bisogna dire che la maggior parte della popolazione come stava dieci anni fa così sta adesso. La povertà è diffusissima e il calcio in primis e il futsal come ripiego, sono nell'immaginario collettivo, un modo per risolvere i problemi della vita e se dovesse andare molto ma molto bene, un modo per diventare ricchi sfondati. Diventare un calciatore professionista è un sogno di tutti i ragazzi brasiliani. C'è chi lo realizza e diventa ricco sfondato ma ce ne sono migliaia e migliaia che pur non diventando notissimi, riescono a cambiare il loro destino e quello della propria famiglia attraverso il calcio minore e il futsal. I giocatori brasiliani di futsal hanno trovato terreno fertile prima in Portogallo e Spagna poi in Italia e ora sono presenti in tutti i paesi europei e asiatici dove il calcio a 5 e in forte espansione. Da noi esiste una distorsione: Il futsal è disciplina dilettantistica e gestita dalla LND che impone rigide norme in tema di accordi economici che non prevede dei veri e propri stipendi ma solo premi e rimborsi spesa che, per i calciatori, non devono superare i 25 mila euro annui, mentre per gli allenatori il tetto massimo è di 14 mila euro per chi allena in serie A. In quasi vent'anni, i brasiliani soprattutto, hanno colonizzato i campionati nazionali del nostro paese e da un decennio sono addirittura impiegati anche in quelli regionali. Per questi ragazzi che abbandonano il proprio paese per sfuggire ad una povertà incombente, è una vera e propria professione da cui dipende il futuro dell' intera famiglia. Poi, in quanto ai limiti previsti per la remunerazione di tecnici e calciatori, vale il detto: fatta la legge trovato l'inganno! Chiarito ciò pensate per un attimo ai nostri figli, nati nell'abbondanza a ai quali non abbiamo fatto mancare finanche il superfluo e ai quali abbiamo giustamente imposto "prima la scuola" quali motivazioni potrebbero avere nel decidere di dedicare il proprio futuro al calcio a 5 dove ricchi non si diventa, soprattutto in Italia e poi, noi genitori glielo permetteremmo? Con questo non dico che nel calcio a 11 le incertezze del futuro sono minori, anzi....però l'estrema visibilità del calcio maggiore con le foto dei campioni alla guida della Ferrari con a fianco la velina di turno, colpisce molto ma molto di più la fantasia dei ragazzi che sentono sorgere in loro l'esigenza di imitarli a tutti i costi. Per concludere ( molti tireranno un sospiro) sono convinto che anche se dovessimo tirare su calcettisti italiani di grande valore, questi avrebbero come  obiettivo primario lo studio e dopo un buon lavoro. Magari giocherebbero anche ma in contemporaneità con lo studio o con il  lavoro e con tutti i limiti che questi impegni imporrebbero per cui, allenamenti dopo le 20 e difficoltà a partire il venerdì mattina quando bisogna recarsi in trasferta. Insomma esigenze diverse da quelle dei ragazzi brasiliani disposti a vestire le vesti del professionista rendendosi disponibile 24 ore su 24.........allenamenti a qualsiasi ora, nessun problema per la doppie sedute che hanno svolgimento alle 10 del mattino, nessun problema per l'orario di partenza quando si va in trasferta ecc..ecc. Attualmente quanti calcettisti Italiani sono presenti nei roster delle squadre di A e A2? Pochi, anzi pochissimi e così sarà fin quando non si deciderà di dare una piena, ma soprattutto integra applicazione, all' Annex 6 della FIFA e contestualmente rendere il calcio a 5 (campionati A e A2)  disciplina professionistica per offrire quelle certezze che potrebbero, alla pari di ciò che avviene nel Volley, nel Basket, nella Pallanuoto e in altre discipline, accendere la fantasia dei nostri ragazzi e attrarli anche economicamente come succede per gli sport appena accennati.  E pensare che nei primi anni duemila il nostro presidente, l'ing. Tonelli, aveva abbracciato il sogno di tanti ma soprattutto del dirigente, bolognese ma siciliano di nascita, Alfonso Velez. Il grande Velez, ahi noi, non c'è più da due anni circa ed è morto senza poter vedere il suo sogno realizzarsi. Per mesi attendemmo l'assemblea nazionale della FIGC che avrebbe dovuto cambiare  lo statuto per permettere al calcio a 5 italiano di trasformarsi da disciplina dilettantistica in professionistica. Poi l'ottusa e interessata opposizione dei presidenti dei Comitati Regionali e l'immediata marcia indietro di Tonelli (ragioni  politiche si disse) fece sì che il progetto fallisse. Questa è la mia opinione ma sono sempre disposto a ricredermi se, in un futuro non lontano, potrò leggere, nei roster delle squadre, i nomi di tantissimi calcettisti nati in Italia e cresciuti nei nostri settori giovanili!!  

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